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Nuova arma contro il tumore del seno, controlla le staminali

Oncologia Redazione DottNet | 16/10/2018 19:57

Il meccanismo apre la strada a nuovi farmaci

Una molecola per spegnere il motore del tumore del seno bloccando la proliferazione delle cellule staminali che lo rigenerano: è la nuova arma scoperta in Italia contro le forme di tumore del seno più aggressive e resistenti ai farmaci. "Adesso si apre la prospettiva di mettere a punto nuove terapie, anche se queste richiederanno ancora una lunga attesa", ha detto all'ANSA Francesco Nicassio, coordinatore del Centro per la Genomica dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Milano. Pubblicata sulla rivista Oncogene, la ricerca è stata condotta con il sostegno dell'Associazione Italiana per la Ricerca su Cancro (Airc).

L'arma è un micro-Rna, ossia una piccola molecola di Rna che si comporta come un interruttore molecolare capace di accendere migliaia di geni. Si chiamata miR-34a e da tempo era nel mirino dei ricercatori. "Sapevamo che è in grado di bloccare la crescita dei tumori e di controllare le proprietà staminali delle cellule tumorali", ha detto ancora Nicassio. Vale a dire che questa molecola si distingue decisamente dai tradizionali farmaci chemioterapici, che agiscono quasi esclusivamente sulla componente del tumore che non ha le proprietà staminali, tipiche dei tumori più aggressivi e resistenti". Questa sua proprietà l'aveva resa un bersaglio intelligente. "Per questo la stiamo studiando da anni" e "sappiamo - ha osservato - che può rappresentare una nuova arma perché fa perdere alle cellule del tumore le loro proprietà staminali". Con questa molecola, cioè, le cellule tumorali vengono immobilizzare, non riescono più a sfuggire ai farmaci né a riformarsi.

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"In un certo senso diventano più mortali". Sono già partiti i primi test per trasformare queste molecole in una terapia, che in futuro potrebbe essere combinata con le cure tradizionali. E' un grande lavoro multidisciplinare, quello in corso all'Iit, dove gli esperti di nanotecnologie stanno realizzando delle minuscole navette-cargo per trasportare la molecola miR-34a nel cuore del tumore. "Stiamo sperimentando diversi tipi di vettori. Alcuni funzionano, li stiamo studiando", ha proseguito il ricercatore. "E' difficile prevedere quando diventeranno farmaci perché - ha rilevato - la ricerca ha i suoi tempi e deve passare per una serie di fasi lunghe, ma necessarie per non dare false speranze. Auspichiamo che la sperimentazione sull'uomo possa cominciare nel giro di qualche anno e solo dopo questa fase si potrà dire se avremo un nuovo farmaco".

fonte: oncogene

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